Sito personale di Antonio Sabetta

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Vissuti

Nel silenzio insuperabile di questo giorno affranto

Provo inutilmente a raccogliere le forze

Tento senza esito a restituire ordine.

Fogli vuoti scorrono in rassegna

Pagine incerte scivolano via inutili

Il lavoro ristagna persa ogni attrattiva.

Non più urgenze non più desideri

Non più ossessioni non più sguardi tesi.

La luce bianca e morta

Illumina una stanza buia

Metafora del nulla che pretende essere

Nel luogo del mio defunto io.

Guardo oltre la finestra chiusa

Sollevo lo sguardo al cielo grigio

Seguo il cadere uggioso della pioggia

Scorgo l'umanità fremente e inutile.

Solitudine e estraneità mi definiscono

Come uno che non appartiene

Come un profugo senza casa

Come una preda braccata

Come un figlio senza padre

Come un amante senza amato.

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