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Vissuti
Nel silenzio insuperabile di questo giorno affranto
Provo inutilmente a raccogliere le forze
Tento senza esito a restituire ordine.
Fogli vuoti scorrono in rassegna
Pagine incerte scivolano via inutili
Il lavoro ristagna persa ogni attrattiva.
Non più urgenze non più desideri
Non più ossessioni non più sguardi tesi.
La luce bianca e morta
Illumina una stanza buia
Metafora del nulla che pretende essere
Nel luogo del mio defunto io.
Guardo oltre la finestra chiusa
Sollevo lo sguardo al cielo grigio
Seguo il cadere uggioso della pioggia
Scorgo l'umanità fremente e inutile.
Solitudine e estraneità mi definiscono
Come uno che non appartiene
Come un profugo senza casa
Come una preda braccata
Come un figlio senza padre
Come un amante senza amato.
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